Donatori di Sangue
Dal 1977 al 2017
Sembra ieri… e invece sono trascorsi 40 anni.
E per quelli che hanno vissuto quei tempi, per noi ventenni di allora che quei tempi sentiamo ancora molto vicini, è facile ricordare che il 7 gennaio 1977 due giovani Istriciaioli sui recarono per la prima volta nella loro vita presso il centro emotrasfusionale dell’ospedale Santa Maria della Scala, in via dei Fusari, per sottoporsi ad un “importante prelievo di sangue”.
Grande era l’entusiasmo di molti di noi, convinti, giustamente, che l’adesione ad una iniziativa così socialmente rilevante costituisse un ulteriore motivo di orgoglio per appartenere alla Contrada.
L’anno precedente l’Istrice aveva adottato tutti i provvedimenti necessari alla formale costituzione del Gruppo Donatori di Sangue della Contrada; sotto la guida del Priore Guido Iappini e con l’assistenza legale del Capitano, Paolo Nannini, veniva, infatti, approvato lo Statuto, che già allora disponeva che il nostro fosse un gruppo “aperto”, cioè pronto, finché possibile, a soddisfare ogni richiesta; diversamente da altri gruppi formatisi successivamente, che riservavano le donazioni solo ai propri contradaioli e ai loro familiari.
Il tempo è stato galantuomo, e anche in questo settore l’Istrice si è rivelato buon precursore, poiché negli anni ha avuto conferma il principio secondo il quale tutte le donazioni effettuate dai gruppi di Contrada vanno a beneficio di coloro che, senza alcuna distinzione, ne hanno bisogno.
La nostra Contrada, seconda a costituire il Gruppo Donatori solo al Montone di Fulvio Sodi, uomo intelligente e generoso, risultò subito attivissima e si distinse per numero di donazioni, avviando una continua e proficua collaborazione con il centro diretto dalla Prof.ssa Befani, e in particolare con il compianto Prof. Fanetti, l’impareggiabile segretario Mario Maffei e tutto il personale infermieristico, splendido per gentilezza e professionalità.
Come in altri settori, dove si è teso a non incoraggiare la nascita e lo sviluppo di settori collaterali e in qualche modo autonomi, l’Istrice inquadra il Gruppo dei donatori all’interno della sua struttura più generale, avendolo inserito nel settore dell’ Organizzazione per una modifica statuaria operata nel 1986.
In tutti questi anni i delegati responsabili hanno lavorato con sapienza e discrezione, assicurando ogni anno al nostro ospedale “tanta materia prima”, non prescindendo tuttavia da un comportamento irreprensibile e di assoluta riservatezza.
L’Istrice, da sempre, preferisce operare a fari spenti, senza eccessi di protagonismo, mai tirandosi indietro però nei momenti che contano, quelli decisivi, durante i quali un gesto di generosità risulta fondamentale nella vita di un essere umano.
Gli unici, splendidi protagonisti sono loro, i donatori, ai quali va il più caloroso grazie da parte di tutti.
Si vuole ora rimarcare pubblicamente per una volta e nella circostanza, un’attività preziosa perché questa problematica sia tenuta ben viva affinché il numero dei contradaioli donatori, soprattutto giovani, debba aumentare in parallelo con la crescita dei bisogni. Peraltro, se è vero che per ogni contradaiolo compiere un gesto del genere deve essere più facile che per chiunque altro, perché vivere la Contrada implica un atteggiamento generoso e capace di guardare con la opportuna attenzione agli interessi della collettività, donare il sangue per gli Istriciaioli significa partecipare con ancora maggiore intensità alla vita della Contrada stessa.
Intorno a questi concetti intendiamo promuovere alcune iniziative, sia per celebrare degnamente l’importante ricorrenza, sia per comunicare l’importanza delle donazioni. E il nostro impegno proseguirà nel far si che ci si possa ritrovare, già quest’anno e poi nei prossimi anni, insieme a cena. Con l’unico scopo di accrescere il numero dei contradaioli donatori.
E per quelli che hanno vissuto quei tempi, per noi ventenni di allora che quei tempi sentiamo ancora molto vicini, è facile ricordare che il 7 gennaio 1977 due giovani Istriciaioli sui recarono per la prima volta nella loro vita presso il centro emotrasfusionale dell’ospedale Santa Maria della Scala, in via dei Fusari, per sottoporsi ad un “importante prelievo di sangue”.
Grande era l’entusiasmo di molti di noi, convinti, giustamente, che l’adesione ad una iniziativa così socialmente rilevante costituisse un ulteriore motivo di orgoglio per appartenere alla Contrada.
L’anno precedente l’Istrice aveva adottato tutti i provvedimenti necessari alla formale costituzione del Gruppo Donatori di Sangue della Contrada; sotto la guida del Priore Guido Iappini e con l’assistenza legale del Capitano, Paolo Nannini, veniva, infatti, approvato lo Statuto, che già allora disponeva che il nostro fosse un gruppo “aperto”, cioè pronto, finché possibile, a soddisfare ogni richiesta; diversamente da altri gruppi formatisi successivamente, che riservavano le donazioni solo ai propri contradaioli e ai loro familiari.
Il tempo è stato galantuomo, e anche in questo settore l’Istrice si è rivelato buon precursore, poiché negli anni ha avuto conferma il principio secondo il quale tutte le donazioni effettuate dai gruppi di Contrada vanno a beneficio di coloro che, senza alcuna distinzione, ne hanno bisogno.
La nostra Contrada, seconda a costituire il Gruppo Donatori solo al Montone di Fulvio Sodi, uomo intelligente e generoso, risultò subito attivissima e si distinse per numero di donazioni, avviando una continua e proficua collaborazione con il centro diretto dalla Prof.ssa Befani, e in particolare con il compianto Prof. Fanetti, l’impareggiabile segretario Mario Maffei e tutto il personale infermieristico, splendido per gentilezza e professionalità.
Come in altri settori, dove si è teso a non incoraggiare la nascita e lo sviluppo di settori collaterali e in qualche modo autonomi, l’Istrice inquadra il Gruppo dei donatori all’interno della sua struttura più generale, avendolo inserito nel settore dell’ Organizzazione per una modifica statuaria operata nel 1986.
In tutti questi anni i delegati responsabili hanno lavorato con sapienza e discrezione, assicurando ogni anno al nostro ospedale “tanta materia prima”, non prescindendo tuttavia da un comportamento irreprensibile e di assoluta riservatezza.
L’Istrice, da sempre, preferisce operare a fari spenti, senza eccessi di protagonismo, mai tirandosi indietro però nei momenti che contano, quelli decisivi, durante i quali un gesto di generosità risulta fondamentale nella vita di un essere umano.
Gli unici, splendidi protagonisti sono loro, i donatori, ai quali va il più caloroso grazie da parte di tutti.
Si vuole ora rimarcare pubblicamente per una volta e nella circostanza, un’attività preziosa perché questa problematica sia tenuta ben viva affinché il numero dei contradaioli donatori, soprattutto giovani, debba aumentare in parallelo con la crescita dei bisogni. Peraltro, se è vero che per ogni contradaiolo compiere un gesto del genere deve essere più facile che per chiunque altro, perché vivere la Contrada implica un atteggiamento generoso e capace di guardare con la opportuna attenzione agli interessi della collettività, donare il sangue per gli Istriciaioli significa partecipare con ancora maggiore intensità alla vita della Contrada stessa.
Intorno a questi concetti intendiamo promuovere alcune iniziative, sia per celebrare degnamente l’importante ricorrenza, sia per comunicare l’importanza delle donazioni. E il nostro impegno proseguirà nel far si che ci si possa ritrovare, già quest’anno e poi nei prossimi anni, insieme a cena. Con l’unico scopo di accrescere il numero dei contradaioli donatori.